
I nuovi requisiti del sindaco Cecchetto con tutta probabilità sono in grado di creare problemi anche agli italiani ma per gli stranieri rappresentano un ostacolo che si sta traducendo nell’impossibilità a rinnovare i documenti per il 70% degli stranieri che vivono a Montecchio Maggiore. Un paio di esempi: un appartamento tra i 20 e i 60 metri quadri può ospitare solo due persone e deve avere ben due bagni mentre in un’abitazione tra 60 e 75 metri quadri possono vivere tre persone ( e le coppie che hanno due figli?). Gli stranieri di Montecchio lavorano nelle concerie o nelle fabbriche del marmo e sono la benzina indispensabile per l’economia del territorio come sanno bene le associazioni di categoria. Se non rinnovano il permesso di soggiorno non spariranno con un colpo di bacchetta magica ma «diventeranno dei clandestini perché questo provvedimento produce clandestinità» aggiunge il presidente dell’Unione immigrati. Per far ritirare la delibera non solo Condè ma i sindacati e la Caritas le hanno provate tutte. Senza risultati. «Abbiamo cercato ostinatamente un confronto - continua Condè - ma non c’è stato verso di far cambiare idea all’amministrazione». E allora via allo sciopero della spesa con l’invito agli stranieri che abitano a Montecchio Maggiore di disertare gli scaffali di supermercati e negozi e di non andare nemmeno al bar. «Una manifestazione non sarebbe servita a molto, la Lega l’avrebbe utilizzata per fare propaganda contro di noi che al contrario chiediamo solo che vengano rispettati i diritti umani».
Condè sta preparando la lettera da spedire ai commercianti «vogliamo spiegare che il nostro non è un gesto contro di loro ma in questo modo speriamo che aumentino le voci che chiedono il ritiro della delibera». Alcune associazioni dell’Unione avrebbero preferito iniziare già nel periodo natalizio con la loro protesta ma Ousmane, africano della Guinea Francese che nel 1998 chiese asilo politico mentre nel suo paese era in corso il golpe militare, si è appellato alla diplomazia: «è stato un altro modo per tendere la mano visto anche il periodo di crisi economica». In mancanza di novità l’iniziativa scatterà nella seconda metà di gennaio e Condè sta lavorando per allargare la platea delle associazioni che appoggeranno questo particolare sciopero che, come quello proposto via facebook per il primo marzo, punta a far capire cosa sarebbe il nostro paese senza gli immigrati
Il Manifesto
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