ALIMENTAZIONE Meno allergie, più difese il segreto è la dieta rurale

Una ricerca italiana dimostra che un'alimentazione ricca di fibre, simile a quella precedente l'industrializzazione, rafforza la composizione della flora batterica. Una lezione dal Burkina Faso.
di GIULIA BELARDELLI - www.repubblica.it

Meno allergie, più difese il segreto è la dieta rurale Batteri al microscopio

SONO oltre mille miliardi, tutti nel nostro intestino. Aspettano ogni giorno che mangiamo per aiutarci a digerire. Vengono chiamati generalmente "microflora intestinale" o "microbioma", ma dietro questo nome si nascondono migliaia di specie di batteri, che lottano l'uno contro l'altro per popolare il nostro tubo digerente. Per lungo tempo hanno ricevuto scarsa attenzione da parte della comunità scientifica. Adesso, invece, si sa che hanno un ruolo che va ben oltre il semplice smaltimento del cibo che non sappiamo utilizzare: rinforzano le difese immunitarie, influiscono sui disturbi intestinali e un loro sbilanciamento è stato associato all'obesità. Ma quale fosse il rapporto tra composizione del microbioma e abitudini alimentari non era ancora stato studiato. Ora un gruppo di ricercatori dell'Università di Firenze, prendendo in considerazione bambini italiani e del Burkina Faso, ha dimostrato che la microflora intestinale africana funziona meglio, grazie a una dieta con prevalenza di fibre e un ambiente lontano dagli standard del mondo occidentale.

Il fattore dieta. Per analizzare la diversità batterica gastrointestinale, il gruppo di ricerca guidato da Paolo Lionetti ha preso in esame due modelli alimentari completamente diversi: quello italiano, come esempio di dieta moderna nel mondo occidentale, e quello del gruppo etnico dei Mossi, una popolazione che vive nel villaggio Boulpon del Burkina Faso, simile alla dieta delle prime popolazioni di agricoltori neolitici. L'alimentazione dei Mossi, infatti, è poverissima di grassi e proteine animali, mentre è formata soprattutto da fibre, amido e altre fonti vegetali, ed è rimasta pressoché invariata nel corso dei secoli.

Dalle abitudini alimentari al microbioma. Dall'analisi è così emerso che l'intestino dei bambini italiani è notevolmente più povero di Bacteroidetes, un gruppo di batteri la cui maggiore presenza è associata a un ridotto rischio di sviluppare l'obesità. La differenza principale, però, risiede nel diverso numero di specie ospitate nei due intestini: i bambini africani presi in esame, infatti, possiedono al loro interno molte più specie di quelli italiani. Questo aspetto, frutto delle differenze nelle condizioni igieniche e alimentari tra le due popolazioni, potrebbe essere alla base della maggiore suscettibilità del mondo industrializzato a sviluppare "malattie intestinali non infettive". "Più nell'intestino sono presenti microbi diversi - spiega Lionetti - più questo diventa resistente agli agenti patogeni. Allo stesso tempo una maggiore varietà stimola il sistema immunitario a non rispondere a molecole innocue, diminuendo il rischio di sviluppare allergie".

L'alimentazione più sana. "I risultati di questa ricerca suggeriscono il segreto per una dieta che rinforzi le nostre difese e riduca i disturbi intestinali - sottolinea Duccio Cavalieri, uno dei coautori dello studio - sarebbe opportuno modificare le nostre abitudini alimentari aumentando il consumo di fibre, pur preservando l'apporto calorico". Il fatto che una "lezione" del genere venga dal Burkina Faso, uno dei paesi più poveri del mondo, deve far riflettere sull'importanza di tutelare ed esplorare la diversità microbica in regioni in cui gli effetti della globalizzazione sulla dieta sono meno profondi. Secondo Justin Sonnenburg, immunologo della Stanford University, California, il confronto tra alimentazioni in comunità così diverse può portare a una maggiore comprensione di ciò che abbiamo "perso per strada" nel passaggio alla modernità. E se per gli abitanti dei paesi industrializzati ciò vuol dire possibili progressi nello sviluppo dei probiotici, per le popolazioni rurali africane si tratta di un riconoscimento della validità di tradizioni alimentari vecchie di secoli.

(06 agosto 2010)

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